Vantaggi degli strumenti moderni

alex | 19/11/2023

Gli strumenti moderni presentano molti vantaggi rispetto agli strumenti antichi: l’evoluzione tecnologica nel campo degli utensili e degli strumenti di misurazione ha sicuramente consentito un enorme passo in avanti in termini di qualità e precisione.

Pensiamo, ad esempio, alla differenza tra i calibri e spessimetri moderni (in grado di misurare sino al centesimo di millimetro) ed i rudimentali strumenti utilizzati all’epoca di Stradivari: oggetti di indiscutibile fascino storico, ma di precisione assai scarsa.

 

Se poi consideriamo l’accuratezza con cui vengono “forgiati” i moderni utensili da taglio, in congiunzione con l’avvento dei macchinari in grado di alleggerire alcune fasi della lavorazione, possiamo facilmente capire come il liutaio sia in grado oggigiorno di creare con “facilità” strumenti musicali con un livello di precisione ed una qualità che nel 1700 erano assai difficili (se non impossibili) da raggiungere. 

Con questo non voglio certamente affermare che ogni persona possa essere in grado di creare un capolavoro senza sforzo ma, grazie all’evoluzione tecnologica, un liutaio di talento è in grado di esprimere le proprie potenzialità al massimo. Inoltre gli strumenti moderni sono spesso più accessibili in termini di prezzo. Infine, sono personalizzabili in base alle esigenze del musicista.

 

La personalizzazione dello strumento

 

Vorrei condividere un ragionamento. Si è abituati a pensare alle opere di liutai come Stradivari ed altri suoi contemporanei come a “super strumenti” in grado di sbaragliare ogni strumento venuto nei secoli successivi. Dobbiamo però essere consapevoli del fatto che questi sono stati profondamente modificati e rimaneggiati. Ciò che noi sentiamo oggi suonare nelle sale da concerto è solo in parte opera di quei liutai. 

Sappiamo che le esigenze esecutive sono molto cambiate dall’epoca rinascimentale e barocca: a quei tempi si era soliti suonare in ambienti di dimensioni ridotte (come ad esempio le corti). Gli ensemble erano costituiti da pochi musicisti e non era richiesto un gran volume di suono. Gli strumenti di quell’epoca soddisfacevano quelle esigenze e non avevano una grande potenza di emissione: scendendo più nel tecnico le catene degli strumenti erano più sottili, deboli, avevano tensioni molto inferiori, i manici erano incastrati in modo diverso: l’inclinazione era minore e le corde formavano al ponte un angolo più aperto, generando una pressione molto minore sulla tavola armonica rispetto ad oggi. 

Il suono in sostanza era più debole, meno ricco, ma per l’epoca era sufficiente. Gli strumenti rinascimentali e barocchi erano quindi concepiti in modo un po’ diverso, e gli strumenti di Stradivari, Guarneri etc non facevano eccezione ed avevano anch’essi tale "configurazione".

 

Col passare dei secoli la prassi musicale è molto cambiata: ensemble sempre più estesi, sale da concerto sempre più grandi, l'innalzamento delle frequenze di accordatura e l’avvento di forme di esecuzione musicale come il “concerto per strumento solo ed orchestra”. Questi cambiamenti hanno reso necessario che gli strumenti musicali si evolvessero di pari passo: ad un certo punto gli archi dovevano essere in grado di produrre un volume di suono molto maggiore: dovevano essere udibili anche nelle ultime file di sale da concerto e teatri sempre più grandi. A maggior ragione il solista doveva sovrastare il suono dell’orchestra.

 

Per poter continuare ad utilizzare gli strumenti dei grandi maestri liutai del 1600 e del 1700 si resero necessarie molte modifiche per renderli più robusti (dalla sostituzione delle catene al rifacimento degli incastri dei manici). In definitiva si tratta di strumenti nati per un altro genere, riadattati e rimaneggiati per fronteggiare le nuove “sfide” che i repertori più recenti hanno imposto. 

Ovviamente oggi si costruisce in un’ottica diversa consapevoli delle esigenze esecutive del nostro tempo. Uno strumento che esce oggi da una bottega di un liutaio è già pronto ad affrontare queste forme di stress, a sopportare tensioni estreme e sempre crescenti (oramai in alcune orchestre si è arrivati ad accordare il LA a 443 o addirittura 444 Hz, mentre in epoca barocca esso corrispondeva a 415 Hz). A prescindere da ciò che si può pensare in merito a questa tendenza, gli strumenti che vengono costruiti oggi sono molto più solidi e sono perfettamente in grado di sostenere tutte queste sollecitazioni.